Come
sarà chiaro a chiunque guardi l'intero confronto, c'era veramente poco scontro
alla fine del dibattito sulla meccanica di funzionamento del sistema monetario
moderno:
Murphy: In
particolare, ciò che rende gli austriaci diversi dalle altre scuole di
pensiero, anche le altre scuole favorevoli al libero mercato come gli
economisti di Chicago - Milton Friedman, o ragazzi come lui – è che gli
austriaci hanno una visione particolare di ciò che fanno i tassi di interesse.
Così gli austriaci dicono
"guarda, il tasso di interesse è un prezzo e, in questo senso, è come
qualsiasi altro prezzo - comunica informazioni sul mondo reale. Non è un numero
arbitrario - significa davvero qualcosa - e se il tasso di interesse di mercato
dovrebbe essere del 7 per cento e la Federal Reserve lo porta allo 0,25 per
cento, questo rovinerà tutto.
Murphy: (…)
Supponiamo sia vero che Greenspan non abbia fatto un favore all’economia, che
non ci abbia dato un atterraggio morbido (tagliando i tassi di interesse) (…)
cosa succederebbe se questo non fosse vero?! E se tutto ciò che avesse fatto fosse
stato quello di rimandare gli aggiustamenti necessari in risorse reali; e
quindi la crisi che ha colpito alla fine del 2008 fosse stata di gran lunga
peggiore di quello che sarebbe accaduto se fossimo stati nei primi anni del
2000 (…)
Così gli austriaci dicono che quello
che Bernanke ha fatto, è far sembrare quello che ha fatto Greenspan un gioco da ragazzi. Bernanke ha
pompato più soldi di tutti i precedenti Presidenti della Fed, due volte. Invece
di portare i tassi di interesse all'1% e tenerli fermi per un anno, quello che
ha fatto Greenspan, Bernanke li ha portati fino praticamente ad essere pari a
zero, tenendoli lì per diversi anni, e sta promettendo di farlo a tempo
indeterminato fino a quando finalmente inizierà a funzionare.
Quindi, se pensate che i tassi di
interesse servano a qualche tipo di funzione, se si pensa che comunicano le
informazioni e che spingerli giù scombina le cose, allora quello che Bernanke
sta facendo è davvero un male. E così un sacco di austriaci pensano "sì,
ci ha risparmiato la crisi immediata che sarebbe accaduta nel tardo 2008, prima
metà del 2009, il governo ha appena fatto un passo indietro per lasciare che le
cose si dipanino, ma è non ci sta risparmiando l'agonia. La sta solo
rimandando”.
Quindi non sappiamo quando questa
colpirà, ma ad un certo punto ci sarà una resa dei conti, perché non si può
avere la vera prosperità stampando denaro per darlo ai ricchi banchieri di
investimento che hanno fatto scelte di investimento sbagliate, questo è quello sta
facendo Bernanke.
(…)
Mosler:
Parliamo di tassi di interesse. Cerchiamo di tornare fino alla parola
"tasso di interesse". Quello che la MMT riconosce è che i tassi di
interesse significano due cose diverse, a seconda che si abbia una politica di
tasso di cambio fisso oppure una politica di tasso di cambio fluttuante.
(…) Qualsiasi operatore di cambio
straniero - e correggetemi se sbaglio - vi dirà che se non ci saranno o ci
saranno pochi dollari di Hong Kong, i tassi di interesse saliranno. Ma se succede
la stessa cosa in yen giapponesi, come appena successo, lo yen scende ed il
tasso di interesse a breve termine rimane esattamente lo stesso.
Abbiamo che succedono due cose
completamente diverse per un sistema monetario in cui si dispone di una
politica di cambio fisso rispetto a quello con una politica di tasso di cambio
fluttuante.
Quindi quello che vorrei dire è
che quello che il dottor Murphy sta descrivendo è senza dubbio valido in una
politica di cambio fisso, come sarebbe un gold standard, o qualcosa di simile al
dollaro di Hong Kong, o al Peso argentino quando è stato ancorato al dollaro. Ed
in effetti, se si guardano gli autori originali di economia austriaca, erano
tutti nel contesto generale di tassi di cambio fissi. Non che abbiano sempre
creduto in loro o che li abbiano consigliati, ma era il contesto generale di
ciò che stava accadendo e che descriveva al meglio ciò che stava accadendo in
quel momento.
Oggi siamo in un contesto
completamente diverso. Siamo in un contesto di tassi di cambio fluttuanti, ed è
completamente diverso.
(…)
Murphy: fatemi
solo tirare le conclusioni politiche dal punto di vista austriaco (…), la
raccomandazione austriaca è quella di dire "lasciate che i prezzi di
mercato facciano il loro lavoro. Se la Fed ha, infatti, favorito un boom
insostenibile tenendo i tassi di interesse artificialmente bassi, quindi la
cosa peggiore del mondo è quello di spingere i tassi di interesse fino in fondo
di nuovo e pensare “oh, stiamo per affrontare questo con un atterraggio morbido”
- si sta solo impostando un altro boom e un altro fallimento. E così la Fed non
dovrebbe fare questa cosiddetta politica espansiva".
(…)
Mosler: Penso
che siamo entrambi “guidati” dalla stessa cosa, ma io guardo la cosa dal punto
di vista di un tasso di cambio fluttuante, nel contesto di una moneta non
convertibile, voi guardate la cosa da un contesto di tassi di cambio fissi. Non
lo direi mai per un tasso di cambio fisso, ma lo direi per un sistema
fluttuante, ed ecco perché. Come è l'interferenza del governo nel mercato dei
tassi di interesse? E’ di due forme.
Prende la forma di titoli emessi
dal Tesoro, o della Fed che paga degli interessi sulle riserve. Se il Tesoro
non rilascia titoli, che è un’interferenza del tasso di interesse e se la Fed
non paga interessi sulle riserve, poi si arriva ad avere un tasso di interesse
pari a zero.
Così il tasso di interesse pari a
zero è la condizione di un mercato a tasso di cambio fluttuante senza interferenza del governo. Il governo
interferisce nello spingere i tassi al di sopra dello zero. Quindi, se i tassi
sono a quattro, è perché il governo li ha spinti a quattro. Se sono a sei, è
perché il governo li ha spinti.
Non è perché c'è qualche tasso naturale di sei.
Questo sarebbe proprio di un tasso di cambio fisso. Si ha quel tasso naturale,
perché si ha concorrenza.
Carney
[moderatore n.d.t.]: Così non abbiamo alcun tasso naturale in questo
momento?!
Mosler: È zero.
(…)
Carney: Questa
domanda è per Bob. La teoria del ciclo economico austriaco insiste sul fatto
che i capitalisti sono tratti in inganno dai tassi di interesse artificialmente
bassi fallendo nella allocazione del capitale. Ma dato che abbiamo una sorta di
accordo su come funziona il nostro sistema attuale, non dovrebbe quello essere
finito?! Significato, perché mai qualsiasi imprenditore razionale dovrebbe
guardare ad un tasso di interesse fissato dalla Federal Reserve e pensare che è
indicativo dei risparmi del popolo americano, o della quantità che viene
immagazzinata di alcune commodity, quando sappiamo che non è vero?
Murphy: Certo. Quello
di cui John sta parlando è nelle esposizioni classiche della teoria austriaca canonica
del ciclo economico, la lingua che ragazzi come Mises e Hayek avrebbero
utilizzato è che "quando il governo o le banche creano credito artificialmente
e spingono verso il basso i tassi di interesse, questo dà l'illusione che vi sia
stato un risparmio più genuino rispetto a quello che c’è stato davvero. Quindi ci
sono più beni capitali rispetto a quelli realmente disponibili, così comincia
il boom insostenibile".
Ed ha ragione – loro fanno
sembrare questo come se gli uomini d'affari siano ingannati. E penso che a
rigor di termini non è necessario per la teoria - il fatto è che quei prezzi
funzionano, ci sono gli incentivi e se si abbassa il prezzo, questo induce la
gente a prendere in prestito ed a investire più di quello che realmente dovrebbe
fare. E così, sì, anche se si avesse un’intera popolazione interamente dedita
alla teoria austriaca del ciclo del business (…), si rovinerebbero le cose.
Proprio come se il prezzo del
petrolio continuasse ad essere 100 dollari al barile, ed il governo in qualche
modo lo portasse a 40 dollari, questo rovinerà tutto. Provocherà dislocazioni
della domanda e dell'offerta.
(…)
Mosler: Sono
d'accordo che con monopoli come quello - per esempio, l'OPEC al margine, loro
determinano il prezzo e hanno capacità in eccesso e quant'altro. Hanno 3, 4
milioni di barili, 5 milioni di barili al giorno di capacità in eccesso, e
questo impedisce la compensazione del mercato ed altera il mercato del greggio.
Quindi, ogni volta che c’è un monopolista coinvolto, non si ha più un mercato
competitivo. Si è all'estremità opposta dello spettro.
La
mancata risposta di Murphy per l'affermazione di Mosler che "il tasso
naturale di interesse su una moneta fiat fluttuante è pari a zero" è stata,
a mio parere, una concessione implicita al fatto che la narrativa convenzionale del ciclo economico austriaco
con l’interferenza del governo e con altrimenti diversi tassi di interesse
"naturali" è in gran parte inapplicabile per l'attuale sistema
monetario degli Stati Uniti.
Quindi,
quando Murphy riformulata la critica austriaca lontano dalla distorsione del
tasso di interesse ed in direzione di una obiezione generale al monopolio della
valuta del governo, ha, in modo efficace, improntato il dibattito lontano dalla
politica monetaria e dal reame della teoria politica. È interessante notare che
Mosler è apparso abbastanza in sintonia con le idee politiche di Murphy:
Carney: Dr.
Murphy, come risponde a questo?! È la preoccupazione che il governo spinga
verso il basso i tassi di interesse solo una sbornia da valuta delle materie
prime, non applicabile oggi, oppure una parte del problema è anche il fatto che
il governo ha preso il controllo della moneta?
Murphy: Così sì.
Anche se fosse vero che tutto ciò che Warren sta dicendo è corretto - se si
parte dal presupposto che la Fed ha un tale controllo sul sistema bancario e che
il governo è l'emittente della nostra moneta ed il suo corso legale per tutti i
debiti e così via - anche se tutto il resto che ha detto è esatto vorrei ancora
dire "ok, ma io non sono d'accordo in primo luogo che sia un buon sistema da
impostare, quindi perché stiamo lasciando che il governo abbia un tale
controllo sul denaro e sul ‘bancario’?!"
Mosler: Nemmeno
io non sono necessariamente d’accordo.
Murphy: Ok,
stiamo facendo progressi nel dibattito - cercheremo di ottenere qualche
scontro, forse nel secondo tempo.
Di
conseguenza, l'unica disaccordo puramente economico rimasto, nella misura in
cui potrebbe essere definito un disaccordo, era finito sulla questione retorica
del ritenere o no opportuno l'avvio di un'indagine di politica macroeconomica
con la premessa che il governo godeva di un monopolio pubblico sulla moneta in
virtù del suo potere coercitivo di tassazione.
Su
questo tema, Murphy sembrava essere d'accordo in linea di principio con
l'argomento chartalista [e/o cartalista n.d.t.] di Mosler ai
termini del quale lo Stato determina ciò che è denaro quando sceglie "quello
che è necessario per pagare le tasse" (o come alcuni MMTers lo chiamano,
"TWINTOPT"). Tuttavia, egli ha sostenuto che, poiché la tassazione
era coercitiva, l’adozione acritica della MMT dei principi chartalisti era
equivalente ad avallare implicitamente la violenza dello Stato:
Murphy: Per
quanto riguarda le proposte di Warren (…) non è che penso che le cose del suo
libro siano necessariamente sbagliate,
anzi con alcune sono d'accordo con tutto il cuore. E anche quello che sta
dicendo è tecnicamente corretto, ma è molto fuorviante e anche di più, fino al
punto che qualcuno potrebbe erroneamente concludere, da ciò che egli dice, che
sia tecnicamente vero qualcosa che in realtà è la cosa sbagliata da fare. Quindi,
permettetemi di fare questa analogia:
Ci sono una moglie ed un marito
seduti al tavolo, che stanno guardando il bilancio familiare e l'uomo dice:
"Sai una cosa, tesoro, sto guardando le spese di famiglia e dobbiamo
tagliare questo e quello. Ho bisogno di un secondo lavoro. Questo è l'unico
modo per far quadrare il bilancio", ma poi realizza – e comincia: “no, no,
no. Metterò una maschera da sci e deruberò i negozi di liquore. Non siamo più 'costretti'
dal nostro bilancio”. E lei dice: "che cosa sei pazzo? Facendo questo, ed
utilizzando troppo questa ‘politica’ finirai in prigione". Ma lui continua:
"ok, hai ragione, ma voglio solo mettere a fuoco il 'vero' vincolo. Non si
tratta del nostro bilancio, ma di me che vado in prigione. Così facciamo che
almeno solo ora stiamo chiaramente pensando alle cose limitanti il nostro comportamento e la nostra spesa".
Ok, quindi è quello che ci ha
detto il marito ciò che non va? Beh, tecnicamente no, ha ragione. L'ultima cosa
che ti impedisce di spendere troppo è che andrai in prigione se “aggredirai” i
negozi di liquore, non che è necessario ottenere un posto di lavoro ed un
reddito (…)
Mosler: Quello a
cui dobbiamo guardare è la differenza tra l'emittente e l'utente di qualsiasi
cosa (…). L'emittente di qualsiasi cosa non può raccogliere nulla fino a dopo
che “l’ha messa” in circolazione. Allo stesso modo, il governo degli Stati
Uniti è l'emittente del dollaro USA in questo senso: i dollari usati per pagare
le tasse vengono solo dal governo degli Stati Uniti, oppure sono falsi.
(…) Questa è la differenza, ed è
per questo che una famiglia si mette nei guai, perché devono raccogliere prima di
spendere. Gli Stati Uniti non possono essere in quella posizione con una valuta
a tasso di cambio fluttuante.
(…)
Murphy: Prima di
tutto, John ha chiesto a Warren "sei a favore delle rapinare ai negozi di
liquori?" E lui non ha negato (…) Penso che questo sia davvero il punto cruciale
del disaccordo (…) [A]l meglio, direi che lui sta mostrando che "dato che
il governo sta andando a monopolizzare l'offerta di moneta, tutte le mie cose conseguono."
Direi, comunque, che non è un buon sistema, perché non credo che il governo
dovrebbe essere nel business della produzione di denaro. La maggior parte di
noi sono d'accordo che il governo non dovrebbe essere nella produzione di
automobili, così perché dovremmo lasciare che il governo produca il denaro, che
è il bene più importante?
Purtroppo,
Murphy non ha offerto alcuna spiegazione del perché lui crede che un sistema di
moneta alternativa sarebbe necessariamente meno coercitivo. Come risultato, il
suo caso “negativo” annaspava quando Mosler ha accettato la critica sul valore
nominale e ha sfidato Murphy nell’articolare un'alternativa migliore:
Mosler: Mi
piacciono queste persone che si riuniscono e dicono "noi odiamo governo, ci
metteremo assieme e saremo d’accordo nel farlo." Beh, questo è il governo.
E così si comincia e si dice: "beh, ci piacerebbe avere un esercito. Ci
piacerebbe avere un sistema legale". Beh come si fa a convincere la gente
a passare dal sistema privato al sistema pubblico?
Si potrebbe chiedere a dei
volontari - non funziona molto bene. E' stato provato. Il modo in cui lo
facciamo - ora si potrebbe trovare un modo migliore - è schiaffare una tassa in
qualcosa che nessuno ha, così, al fine di ottenere i fondi per pagare tale
imposta, bisogna “andare” al governo per questa, ed in questo modo il governo può spendere la
propria moneta altrimenti inutile da avere a disposizione (…) la differenza tra
la cartaccia ed il denaro è l'uomo delle tasse.
Mosler
ha anche notato (giustamente, a mio avviso) che il “viale” della critica di
Murphy, pur teoricamente interessante, era in definitiva una “tangenziale” dell'analisi
politica contemporanea:
Mosler: Un
monopolio potrebbe non essere il modello giusto e si potrebbe avere un sistema
migliore, che mi piacerebbe sentire, ma in questo momento stiamo parlando degli
Stati Uniti di oggi e di come funzionano.
Conclusioni.
Quello
che vedo da questo scambio è che Mosler è corretto nel sostenere che la storia
tradizionale del ciclo economico austriaco
della distorsione da parte del governo dei tassi di interesse determinati dal
mercato è del tutto inapplicabile ai sistemi contemporanei di cambio fluttuante,
dal momento che tutti i tassi di interesse sono impostati come una variabile
politica e quindi sono tutti "artificiali" (con la possibile
eccezione del tasso a zero permanente a cui Mosler ha fatto riferimento sopra).
Di
conseguenza, sono portato a concludere che l'attualità della teoria austriaca -
nella misura in cui è pertinente del tutto - è limitata alla custodia normativa
per l'adozione di un sistema di moneta alternativa che non si fonda intorno
monopolio del governo e sulla sua coercizione. Questo caso sarà esplorato nelle
sezioni successive.
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